Capriccio Nocese per il Centro Studi sul Dialetto
E’ stato riproposto nell’ambito di un incontro ad hoc, tenutosi lo scorso 18 febbraio presso il Chiostro di "San Domenico", il cortometraggio “Capriccio nocese” di Luca Curci.
A promuovere un’indagine sul video e sui suoi richiami artistico-culturali è stato ancora una volta il Centro Studi. Le immagini che compongono il video immortalano degli arditi scorci della nostra cittadina dalla Villa Comunale alla scalinata della stazione. Le cartoline di Noci si rincorrono in bianco e nero quasi a rievocare la memoria di una cittadina, ancora vivida e presente nella lingua dialettale. Il silenzio è una costante ma allo stesso tempo una dimensione quella dell’offuscamento, dei luoghi indefiniti, di una realtà lontana nel tempo ma più vicina a noi di quanto possa sembrare.
“Nel video prevale, la verticalità, ovvero le inquadrature dal basso verso l’alto” - ha spiegato Mario Gabriele - Tutto è ripreso da lontano. Mancano i particolari della vita umana. L’offuscamento è scelto per indicare tradimento della memoria. Filma il tradimento della memoria perché sa che questi luoghi oggi isolati e desolati sono l’espressione della coesione e dell’identità di un popolo”.
Alcuni elementi si rifanno all’artista statunitense Edward Hopper, questa corrispondenza è stata dettagliatamente analizzata da Chiara Fasano membro del Centro Studi. Un secondo richiamo è al pittore nocese Antonio De Grazia. A Luca Curci il compito di approfondire motivi e origini sottesi al corto.
Ad allietare la serata, la performance alla chitarra del nocese Cosimo Toro.